“Lo studio della sessuologia ha rappresentato per me la possibilità di integrare tutti gli studi teorici effettuati precedentemente: quelli letterari e quelli medici. E tutti i ruoli della mia vita femminile: figlia, moglie, madre.
Jole Baldaro Verde: il ricordo di Roberto Todella (2012)
Alla fine di maggio, quindici giorni prima della sua scomparsa, la folta platea del palazzo dei congressi di Taormina si alzava in piedi ad applaudire Jole Baldaro Verde per quella che sarebbe stata la sua ultima relazione. Un abbraccio caloroso e collettivo da parte di molti colleghi e amici che forse avevano colto nella sua espressione, pur viva e appassionata, qualche segno premonitore. La vita dunque le ha concesso di uscire di scena nel modo che lei aveva sempre desiderato: dedicare fino all’ultimo le sue energie e il suo tempo al lavoro e allo studio, circondata da amici e colleghi.
La sua è stata una vita davvero speciale, per una donna di quella generazione. Chi ha avuto modo di ascoltare i suoi interventi ricorderà i frequenti riferimenti che faceva ad alcuni episodi del suo passato, perché di fatto quei riferimenti erano pertinenti a molti argomenti trattati negli incontri e nei convegni: l’essere donna, i ruoli maschile e femminile e quindi l’identità sessuale, il lavoro, la coppia, la sessualità, la maternità, ecc. Non mancava mai di evidenziare come la sua storia l’avesse resa pioniera del cambiamento della condizione femminile, avendo lei potuto studiare, prendere due lauree e crescere quattro figli (anche se grazie al determinante aiuto del marito, come amava spesso ricordare). E poi il suo coraggio, nello sfidare i pregiudizi e l’ostilità di una società ed un mondo scientifico che ancora guardavano con sospetto una donna che, oltre ad essere medico, volesse occuparsi di sessualità (“Come, una signora come lei che si vuole interessare di simili cose…” era stato a suo tempo il commento del direttore della clinica).
Di lei si può dire che sia stato un prezioso esempio di donna realizzata sia in campo personale che professionale. Una lunghissima carriera: la laurea in lettere e poi in medicina, la specializzazione in pediatria e in psicologia, la docenza universitaria con l’insegnamento di “Teorie della personalità”, lezioni seguitissime per la sua capacità di affascinare e sedurre l’uditorio. Ecco perché mille volte, alla fine di una conferenza, ho visto ripetersi la stessa scena: donne di diverse età avvicinarsi e dirle “Sa, sono stata un’allieva dei suoi corsi e l’ho sempre ammirata molto…” Di fatto è stata un modello, un mito per molte giovani che hanno trovato in lei un esempio di coraggio e determinazione nel portare avanti i sogni e gli obbiettivi personali. Per altre donne della sua generazione ha rappresentato, con il suo successo, un riscatto per ciò che non hanno potuto realizzare.
Jole Baldaro Verde era nata a Napoli il 19 settembre 1925, ha vissuto a Genova per oltre 50 anni rivendicando con orgoglio questa doppia appartenenza. Di fatto la sua indole napoletana emergeva nelle sue espressioni colorite, nella solarità del suo viso, nella spontaneità dei suoi modi. Per contro ha sempre sentito forte il legame con questa nostra città nella quale ha realizzato gran parte della sua carriera e della quale ha potuto ammirare lo splendido panorama sul porto dalla sua casa, da sempre accogliente sede degli incontri della nostra associazione.
Il suo interesse e la sua passione hanno certamente contribuito a far nascere e diffondere la sessuologia scientifica in Italia. E’ stata il primo presidente della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica (FISS) nel 2000. Nel 2007 le è stata assegnata la Gold Medal Award dalla WAS (World Association for Sexualt Health) per la sua attività di studio e ricerca in campo sessuologico. L’Ordine dei Medici della Provincia di Genova, nel giugno del 2008, le ha conferito una targa per i suoi meriti scientifici.
Più volte negli anni passati ha scritto articoli sulle pagine di questa rivista per evidenziare l’importanza della cultura sessuologica e il ruolo fondamentale del medico. In tal senso si è fatta promotrice di numerosi incontri, sempre impostati in chiave interdisciplinare, che si sono svolti all’Ordine dei Medici. L’ultimo, il cinque maggio scorso, al quale ha voluto essere presente nonostante le sue già precarie condizioni di salute, ha avuto per tema l’identità di genere e le sue problematiche, un argomento sul quale ha sempre lavorato e scritto moltissimo.
Il sei giugno scorso, una settimana prima della sua scomparsa, è uscito il suo ultimo libro, (“Illusioni d’amore” Raffaello Cortina). Si tratta della terza edizione di un’opera che già alla prima edizione aveva avuto grande successo. Ricordo che mentre lo aggiornava, nei mesi scorsi, più volte mi ha detto di averne dovuto riscrivere interi capitoli a seguito dei profondi mutamenti, negli ultimi vent’anni, nella realtà sociale, delle dinamiche affettive e relazionali. Anche queste considerazioni testimoniano la sua costante attenzione al cambiamento e alle novità, nella scienza come nella società.
Ho avuto l’opportunità e il piacere di scrivere con lei tre libri e numerosissimi articoli. Ricordo la soddisfazione e il grande impegno che hanno comportato quelle stimolanti esperienze: intere mattinate di confronti e scambi di opinioni alla fine delle quali il tempo non era mai sufficiente per scriverne anche la sintesi.
Lunghissimo sarebbe l’elenco di tutte le sue attività e iniziative nel corso degli anni. Mi limito a ricordare che a Genova, nel 1984, ha fondato un’associazione di ricerca in sessuologia (oggi C.I.R.S. – Centro Interdisciplinare per la Ricerca e la Formazione in Sessuologia) che riunisce medici, psicologi e sociologi provenienti da molte regioni d’Italia. L’associazione è rimasta attiva e produttiva fino ad oggi e continuerà nel tempo a seguire la strada che Jole Baldaro Verde ha tracciato. Ed è proprio questa l’eredità più preziosa che ci lascia: l’importanza dello scambio e del confronto permanente nello studio come nella ricerca, alimentato da curiosità, apertura mentale e amore per il sapere che tutti noi del CIRS e molte altre persone con le quali ha lavorato, hanno a lungo apprezzato e condiviso con lei. E poi un’energia ed un amore per la vita, che il suo sorriso, quello stesso che vedete nella foto, testimonia più di ogni parola.