Editore: Guanda
Anno pubblicazione: 2009
Prezzo: 14 euro.
Recensione di Bianca Bagnasco
Un cervo rosa che “ pascola “ su un terrazzo di una casa del centro storico affacciato sul porto di Genova . In questa casa vive una coppia : lui è un uomo senza volto lei uno stupendo transessuale brasiliano , i due si sono incontrati grazie ad Almodovar nei carruggi della città vecchia .Sembra di “leggere “ un film surreale del regista spagnolo. La storia delicata ed intensa è invece straordinariamente vicina alla realtà ; cosi’ parrebbe almeno ,cervo rosa a parte .Infatti le analogie in comune fra l’autore e il protagonista non sono poche : stesso nome stessa età ,luogo di nascita,laurea in matematica , passione per la letteratura.Ma soprattutto , dato inquietante , nessuno ha mai visto nemmeno in fotografia , il volto dell’autore .
Brevemente la trama : Antoni a vent’anni nella sera forse più bella della sua vita durante la quale ha appena festeggiato insieme alla sua amatissima ragazza la brillante laurea in matematica , ha un grave incidente . Un imponente cervo sbuca improvvisamente dal bosco e la sua auto esce di strada .Sandra ,la ragazza , muore , Antoni rimane sfigurato.Da allora ,per non mostrare la sua faccia cubista, vive recluso in un abbaino genovese da cui esce solo al calare della notte nascosto da sciarpe e cappelli . Per vivere da lezioni di matematica su internet . Le uniche luci in questa cupa desolazione sono la passione per la scrittura e il rapporto veramente stretto e dolce con la madre .
che sarebbe perfetta per un film di Pedro Almodovar . Da qui in avanti la storia diventa sempre più surreale e fantastica e , finalmente per il nostro Antoni arriva chi ,dopo tanti anni lo guarda negli occhi con amore e passione . E’ Lisa il trans brasiliano che ,incantato da lui e dal suo volto Per completare il quadretto ecco comparire un giorno sul terrazzo un maestoso ed elegante cervo rosa . Nessuno pare stupirsi più di tanto , nemmeno chi legge , col cervo si spezza la vita e col cervo , rosa , si ricomincia . L’autore stesso disponibile solo per via telematica , ne suggerisce l’interpretazione simbolica “:il cervo è l’inconoscibile che emerge ,la distruzione della natura,ma anche un incoraggiamento a reinventare l’amore “. Al centro del vuoto c’è davvero un’altra festa . Da tutto questo ecco il teorema di Almodovar :è sufficiente guardare abbastanza a lungo per trasformare l’orrore in bellezza .
Insomma, per concludere , un mix fra reale e surreale di letteratura, matematica, amore, morte ,,cinema, cervi e Almodovar da non perdere. .