“Le parole tra noi. Il monitoraggio del dialogo terapeutico”, il libro di Fabio Monticelli edito da Raffaello Cortina nel 2023.
L’interesse per questo libro nasce già dal titolo “Le parole tra noi”: un’espressione che nella sua semplicità rimanda all’universalità del desiderio di intimità nei rapporti umani. Il sottotitolo del libro, “Il monitoraggio del dialogo terapeutico” ci rimanda più specificatamente al tema che rende questo libro di particolare interesse per chi esercita l’attività psicoterapeutica: la possibilità di individuare una metodologia capace di osservare e valutare la performance dei due protagonisti, il terapeuta e il paziente, durante il percorso di cura.
La metodologia proposta, denominata AIMIT (Assessing Interpersonal Motivation in Trascript; Liotti, Monticelli 2008), si riconduce alla teoria evoluzionistica della motivazione (TEM; Liotti, 1994/2005; Liotti, Ardovini 2017) che si fonda sull’uso di criteri linguistici capaci di identificare i vari sistemi motivazionali interpersonali (SMI) che sono alla base dei comportamenti e stati emotivi in tutte le interazioni umane e quindi anche nella dinamica dell’incontro terapeutico.
Nel suo libro Monticelli analizza con precisione i diversi sistemi motivazionali nelle loro caratteristiche principali per ritrovarli poi nella dinamica della stanza terapeutica, evidenziando come al sistema motivazionale cooperativo vada attribuito un ruolo di fondamentale importanza per il raggiungimento degli obbiettivi terapeutici, attraverso il miglioramento delle abilità metacognitive del paziente.
Il percorso terapeutico trova quindi la sua condizione ottimale nell’attivazione di un sistema motivazionale cooperativo tra terapeuta e paziente, condizione che garantisce una maggiore stabilità dell’alleanza terapeutica. Tuttavia tale stabilità può andare incontro a momenti di crisi quando altri sistemi motivazionali si attivano come l’accudimento, l’agonismo, quello sessuale o altri ancora, con il rischio di portare alla rottura l’alleanza terapeutica. Ecco allora che attraverso il monitoraggio costante della diade terapeutica si possono cogliere i segnali premonitori di una fase di impasse cooperativa, preludio di una rottura, segnali dei quali non sempre il terapeuta è consapevole.
Per questa ragione l’autore pone attenzione all’importanza di riconoscere in tempo reale i sistemi motivazionali che si attivano nella dialettica analitica e sottolinea il ruolo del terapeuta non come elemento neutrale sul quale il paziente proietta i suoi vissuti, ma come soggetto attivo che con le sue dinamiche co-costruisce la relazione analitica col paziente, risultando egli stesso possibile causa di rallentamenti e rotture dell’alleanza terapeutica. In quest’ottica, anche quando in terapia si verifica una perdita di sintonia cooperativa, l’eventuale crisi dell’alleanza che si apre può tuttavia rappresentare una fase di cambiamento significativo, perché offre l’opportunità di accedere non solo al mondo disfunzionale del paziente, ma anche a quello del terapeuta.
Un altro aspetto del libro di particolare importanza è la lettura e l’interpretazione degli stati emotivi durante una seduta. Di fatto anche le diverse emozioni che emergono nell’ambito della relazione terapeutica possono essere riconducibili allo specifico sistema motivazionale attivato, tenendo conto che la stessa emozione, ad esempio la collera manifestata dal paziente, può emergere nell’ambito di sistemi motivazionali diversi. Se il terapeuta riesce a identificarne la motivazione originaria prima che si verifichi una rottura, può sintonizzarsi sui bisogni impliciti del paziente e formulare un intervento specifico e risolutore. Di contro, se è il terapeuta stesso ad agire inconsapevolmente sistemi motivazionali non adeguati al mantenimento dell’alleanza terapeutica potrà egli stesso dare avvio a una crisi inevitabile della relazione.
La diade terapeutica quindi è soggetta ad una variazione continua di stati emotivi che il terapeuta può interpretare riferendoli allo specifico sistema motivazionale attivo in quel momento. Il piano dell’osservazione clinica viene così a dividersi equamente tra paziente e terapeuta, in chiave emozionale e motivazionale, in un monitoraggio costante che può segnalare da un lato fasi di rottura, passaggi a vuoto, impasse cooperative, flessioni dell’alleanza o il progredire positivo del lavoro, divenendo così un sistema elettivo per orientare proficuamente la terapia.
(E. Anfossi – R. Todella )